Alessandro Cecchi Paone racconta il suo coming out in famiglia: «Mamma, amo il cameraman»


Il conduttore Alessandro Cecchi Paone ha scritto un libro: I colori della libertà – La mia vita per i diritti di tutti (Piemme). E oggi ne parla in un’intervista a firma di Giovanna Cavalli sul Corriere della Sera. Partendo da quando ha confessato la sua omosessualità alla madre: «Mamma, amo un uomo, le dissi. Mi rispose: “Impossibile, non sei nato così”». A quel punto lui rimase senza parole, tanto le sue erano suonate definitive. Difatti non ne parlò mai più. Ma era del ‘35, per lei i gay si vedevano subito, pettinavano le bambole, io invece anche da ragazzino amavo i film di guerra. Mi ero fidanzato e sposato, adoravo mia moglie. Quindi?».
Il coming out con mamma e papà
La scena, che si è svolta durante un pranzo di famiglia, non finisce qui: il padre lo «guardò interdetto. Poi azzardò: “Non sarà che tra voi si è spenta la passione?”. “No. E poi avrei cercato un’altra donna, non un maschio”». La moglie si chiamava Cristina: «Glielo confessai piangendo, qui su questo divano dove stiamo noi. Avevo il terrore di perderla. Mi ero innamorato del mio migliore amico. Uscì con l’auto e tornò dopo ore. “Me ne vado e per un anno non voglio più né vederti né sentirti”. Così è stato. Tosta, ma ha fatto bene. Passato il dolore, abbiamo costruito un altro affetto. Adesso siamo come parenti, guai a chi me la tocca, ha ancora le chiavi di casa».
Il cameraman del primo piano
Il nuovo amore «era il cameraman dedicato al mio primo piano. Forse con questo quotidiano guardarci negli occhi ci siamo accarezzati l’anima. Diventammo migliori amici, uscivamo in 4: io e Cristina, lui e la compagna. In vacanza insieme. Un giorno siamo partiti soltanto io e lui. E la notte ci siamo ritrovati nello stesso letto. Fui sopraffatto da una grande felicità. Chiaro che in me c’era un bisogno inespresso, altrimenti non avrei provato una gioia così clamorosa». E ancora: «Durò sei mesi. Poi ci siamo lasciati e persi di vista. L’anno scorso mi ha cercato per dirmi che si è sposato con una donna».
Le ragazze
Da bambino, ricorda, era «studioso, timido, solitario, se a casa arrivava un estraneo mi nascondevo sotto al letto. Costruivo grattacieli con i Lego, avevo pochi amici ma stavo benissimo così. Poi si sono svegliati gli ormoni e ho cominciato a innamorarmi». La sua prima volta nell’eterosessualità fu «con una compagna di classe in terzo liceo classico, a 17 anni. Impegnata, femminista, con gonnellona e zoccoli, fu lei a prendere l’iniziativa e a togliermi la verginità, le resto grato in eterno. E persi pure la timidezza, diventai spavaldo, a scuola arringavo le folle , entrai in televisione col Wwf».
Poi l’amore con «Sheril, turca. La costumista di Uno Mattina. Una botta di passione sconvolgente, mi ha rivoltato come un calzino. Fumava le canne. Io fingevo, sono favorevole alla liberalizzazione però non ho mai aspirato. Ma stavo zitto perché col fumo faceva meglio l’amore. Tre anni insieme. Ero ragazzino, diventai uomo, però ero distrutto».
Fino a 35 anni
Cecchi Paone dice di non aver mai avuto rapporti con uomini fino ai 35 anni: «Soltanto una volta, a 15 anni, riflettei sul fatto che tutti i miei amici erano belli. Non me ne rendevo conto ma inseguivo già l’estetica maschile. I brutti — e le brutte — non mi sono mai piaciuti». Nel 2004 il coming out. «E non ci credeva nessuno. Il mio analista non fece una piega: “Ah, ora ti piacciono i maschi. Che sarà mai”. E mi inserì nella categoria dei “bisessuali diacronici”, che amano donne e uomini in momenti diversi. Per Aldo Busi, genio, ero “diversamente etero”. Solo un amico mi disse: “Lo avevo capito, avevi più sensibilità del maschio medio romano”. Un altro chiese: “Ma come ti è successo?”, come se avessi avuto un incidente».
La dedica a Mario
La dedica del libro è a Mario: «Grande amore. Creatura meravigliosa. Siciliano, occhi verdi da gatto, pelle bianchissima, conosciuto a Milano in piscina. Mi innamorai di lui e del mondo gay. Lo chiamavo Puck, come il folletto». Però è finita anche con lui: «Mi ha tradito. L’ho scoperto, sono sveglio. All’inizio ho perdonato, però non riuscivo più a fidarmi, ogni volta che usciva da solo stavo in ansia. Così ho chiuso a malincuore». Adesso sta con Simone: «Mi contattò sui social. La prima volta gli diedi buca. Al secondo appuntamento arrivò con la 500 rossa e il seggiolino per i bimbi. “Per chi è?”. “Per mia figlia Melissa”. Lo trovai un gesto bellissimo e coraggioso».
Il matrimonio
Sono sposati dal 2023: «I primi tempi non avevamo una nostra intimità perché Melissa era nella stanza accanto. E veniva a bussare da noi. “Che fate?”. “Ci facciamo le coccole”. Così abbiamo stretto un patto tra noi due. Una sera il papà dorme con lei, una sera con me». Tra loro ci sono 38 anni di differenza: «Mi dicevano: “È giovane e bello, impazzirai, ti tradirà”. Invece non ho paura, sono sereno, il geloso è lui, non si sente abbastanza attraente per me. Non sa come guarda i miei amici, è un porcospino».
La paternità
Nel frattempo grazie a Melissa ha scoperto la paternità: «Io che di solito non amo le rotture di scatole, con lei mi sono sciolto come il burro. I primi, affettuosissimi “no” sono stati i miei, all’inizio era stupita, ora ha accettato il mio ruolo educativo. Noi tre siamo una famiglia meravigliosa. Per questa legge crudele non posso adottarla, per me è un grande dolore». Non vivete tutti insieme: «Abbiamo passato due anni felicissimi, io, Simone, Melissa e il cane, era perfetto. Purtroppo la madre ora la vuole nelle Marche, così mio marito fa avanti e indietro e ci vediamo nel weekend. Senza l’adozione non ho titolo legale. Chi sono io per la bambina? Niente».